Terre di Carusi

DAI NONNI IL SEGRETO DI UN FRUTTO PRECOCE.
Al corso per operatore agricolo si sono iscritti in 45, lo hanno finito in cinque e adesso sono rimasti in 4 a difendere e cercare di evitare l’estinzione dell’albicocca di Scillato, comune ai piedi del parco delle Madonie, in provincia di Palermo. Qui sono state recuperate 1500 piante di una particolare varietà di albicocco: precoce, dal frutto piccolo e spesso sfaccettato di rosso, molto profumato e dal sapore intenso. «Abbiamo recuperato - spiega Alberto Battaglia - terreni dismessi da oltre 20 anni che i nostri padri hanno abbandonato perché non permettevano una resa adeguata sostituendoli con gli ulivi». Sono stati i nonni a raccontare ai giovani agricoltori i segreti di una coltivazione tradizionale con una raccolta che viene fatta rigorosamente a mano. I problemi principali sono legati alla commercializzazione perché «i frutti sono sensibili alle manipolazioni e ai trasporti». La vendita, così, è limitata ai mercati vicini. Adesso l’associazione cerca di allargare la produzione «recuperando vecchi impianti anche dei nostri vicini: questa può essere un’alternativa alla fame di lavoro che ci affligge da decenni».

CHI SIAMO:
Alberto Battaglia 29 anni, Angelo Nicchi 22 anni, Giuseppe Oddo 32 anni e Giuseppe Quagliana 44 anni, sono i quattro “carusi” di Scillato (ragazzi in siciliano) che da circa un anno hanno deciso di unire le proprie forze allo scopo di, riscoprire le risorse agricole che da sempre hanno contraddistinto il loro territorio e di rimettere in coltura alcune terre abbandonate riattivando il processo produttivo di due particolari cultivar locali quali l’Albicocca di Scillato (Presidio Slow Food) e l’Arancia Biondo di Scillato.“Ci chiamano Carusi ma stiamo crescendo ed ogni giorno che passa ce la mettiamo tutta per coltivare il nostro obiettivo, riscoprire la terra, perché è dalla Terra e dal lavoro delle braccia che dipende il nostro futuro”.

LA NOSTRA ATTIVITA':
Nel 2014 iniziano a ripulire tutti i terreni a loro disposizione per ripristinare e conservare due preziose Biodiversità a rischio estinzione. Nel frattempo destinano un piccolo appezzamento per la produzione di ortaggi di stagione da destinare alla comunità locale.Ma subito si rendono conto che oltre al recupero delle terre abbandonate è necessario avviare ex novo la piantumazione di nuovi alberi come fonte iniziale di rinnovazione. Iniziano a produrre prodotto fresco ma dopo il primo raccolto capiscono che la forma migliore per rimanere in piedi è la multifunzionalità dell’azienda per cui attivano il percorso di trasformazione in confetture e marmellate dei loro prodotti.“Attualmente abbiamo una dimensione aziendale di circa 6 ettari di terreno con produzione diversificata di arance, albicocche e olive, ma ciò a cui aspiriamo è che l’intero territorio del nostro Comune diventi volano di sviluppo e speranza di futuro per i giovani che vogliono coinvolgersi.
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